post produzione realizata da Rene Monroy

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Borsetta

Borsetta da cintura in velluto tagliato in fibra vegetale di colore nero.
Catenelle, chiusura e attacco per cintura in metallo argentato, decorato con motivi floreali, 1890-1910 circa, collezione Chiara Sodini.

Informazione tecnica

postproduzione immagine realizzata da Melgar Ale

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Borsa

Borsa con fermaglio metallico a clip decorato su tessuto di cotone, ricamata in
perline a motivo floreale policromo, manico a catena argentato, 1910-30 circa,
collezione Camilla Colombo.

Informazione tecnica

postproduzione immagine realizzata da Melgar Ale

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Borsa da sera

Borsa da sera con fermaglio gioiello. Ricamo di fiori stilizzati di strass, perle e conterie con filo di argento riccio e lamellare su tessuto metallico di fili di argento e seta, manico a doppia catena, made in France for L. PENTLANDER, 1890 - 1910 circa, collezione Camilla Colombo.

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Châtelaine da cucito

Châtelaine da cucito in argento sterling decorata con putti, Inghilterra, fine XIX-inizi XX secolo, collezione Camilla Colombo.

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Châtelaine da ballo

Châtelaine da ballo in lega metallica dorata, fine XIX - inizi XX secolo, collezione Camilla Colombo.

Contesto storico

Châtelaine in francese significa castellana, ma a partire dai primi decenni del XIX secolo questo termine viene utilizzato per indicare un accessorio femminile indossato appeso alla cintura, a cui sono agganciati piccoli oggetti di uso quotidiano, questo perché nell’immaginario collettivo ottocentesco la
signora del castello nel medioevo portava appese alla cintura le chiavi del maniero.
La fortuna delle châtelaine va progressivamente crescendo durante tutto il secolo, raggiungendo il suo apice fra il 1880 e il 1910, per poi scomparire, definitivamente soppiantate dalle borsette, con lo scoppio della Grande Guerra.
Esistono diversi tipi di châtelaine, destinate a diversi scopi, da quelle da ballo, di misura contenuta per non oscillare troppo durante la danza, con una bottiglietta dei sali o un carnet de bal, a quelle da cucito, lunghe e voluminose, da utilizzare in casa e con appeso ogni sorta di utensile, dalle forbici al porta-aghi, dal puntaspilli al metro.
Le varianti sono però infinite, da quelle porta ventaglio, a quelle reggi gonna fino alle borsette a châtelaine. E accanto a quelle in materiali preziosi come argento o smalti, esistono anche modelli destinati alle classi lavoratrici, come sarte, governanti o infermiere, che tralasciano le decorazioni in favore della funzionalità.

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Postproduzione immagine realizzata da Giulia Amadei

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Borsa da sera

Borsetta da sera ricamato con tecnica lunéville con perline di vetro colorate che disegnano un motivo astratto, chiusura in celluloide con bottone a pressione, 1922-27 circa, collezione Chiara Sodini.

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postproduzione immagine realizzata da 
Gloria Pappalardi

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Borsetta

Borsetta a mano ricamata, sfondo con punti lunéville e decorazione floreali con punto catenella, chiusura con bottone automatico, 1920-30 circa, collezione Chiara Sodini.

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Borsetta da sera

Borsetta da sera in seta nocciola con chiusura in strass di gusto Art Déco, etichetta CFR British Made, 1920-29 circa, collezione Chiara Sodini.

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postproduzione immagine realizzata da Klodiana Kulla

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Borsa

Borsa in tessuto vegetale ricamata con perline di vetro colorate che formano motivi africani, chiusura in bachelite, 1922-30 circa, collezione Chiara Sodini.

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Postproduzione immagine realizzata da Chiara Sodini

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Minaudiére

Minaudiére in pelle color crema e nera con decori stampati dorati, Francia, 1920-25 circa, collezione Chiara Sodini.

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Tema donna

Donne e trucco
La donna del 1900 costruisce il proprio fascino sull’esaltazione di un’immagine artificiale. La sua giornata è scandita da eventi mondani che prevedono codici vestimentari precisi ed ore passate ad agghindarsi nel boudoir, cospargendosi il corpo di essenze e profumi. Il trucco è per la giovane e per l’anziana, per la donna d’alta classe e per la borghese, ma non trova largo consenso. Si ricerca quindi la perfezione di una pelle candida e levigata dalle gote lievemente arrossate attraverso cosmetici che devono risultare il più possibile naturali e impercettibili. Solo le donne di spettacolo ricorrono al trucco
evidente, tanto da divenire testimonial dei primi saloni di bellezza e case cosmetiche che nascono a Parigi nel primo decennio del secolo, come Elizabeth Arden e L’Oreal.
Gli anni Venti marcano un cambiamento epocale nell’estetica del trucco grazie al cinema muto. L’assenza del suono porta il viso ad essere protagonista, interprete di emozioni e sentimenti. Così facendo, le attrici iniziano a truccare gli occhi con toni scuri, a disegnare le labbra a cuore con rossetti dai toni viola o bordeaux. Il viso, bianco come quello di una bambola di porcellana, è disegnato con sopracciglia sottilissime verso il basso. Nel cercare di incarnare questi ideali di bellezza, truccarsi diventa non solo socialmente accettabile ma addirittura richiesto per essere alla moda. Il gesto stesso di ritoccare il trucco in pubblico diventa elegante, seduttivo, e i cosmetici diventano compagni
abituali delle borsette femminili.

Collezione Chiara Sodini
Postproduzione immagine realizzata da Camilla Colombo

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Minaudiére

Minaudiére a sezione circolare in celluloide decorata con paesaggi di gusto
giapponese, manico in cordoncino e nappa decorativa in seta, 1920-30 circa,
collezione Chiara Sodini.

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Tema donna

Helena Rubinstein ed Estée Lauder
Dopo un primo approccio alla medicina, Chaja Rubinstein decide di abbandonare gli studi. Per sfuggire ad un matrimonio combinato cambia nome in Helena e decide di raggiungere gli zii vicino a Melbourne dove comincia a lavorare come commessa per l’attività familiare. Le clienti rimangono stregate dal suo stile europeo e dalla sua pelle meravigliosa. Helena, pur non parlando bene l’inglese, dispensa consigli, come quello di proteggere la pelle dal sole utilizzando cappello e parasole. Nel 1902 in Australia il diritto di voto si estende alle donne: per le australiane è legittimo lavorare, guadagnare e
quindi anche permettersi il lusso di curare la propria bellezza. Helena percepisce il cambiamento in atto e, nello stesso anno, apre la prima delle sue innumerevoli boutique: Maison de Beauté Valaze. Successivamente si espande a Sydney, Londra, Parigi e New York. Nelle sue Boutique vende
cosmetici creati con le sue stesse mani. La sua forza risiede nell’incessante ricerca scientifica e nella sua capacità comunicativa. È la prima donna a fondare un istituto di bellezza, classificare la pelle per tipologie e produrre mascara in tubo e creme lifting. A seguire i suoi passi è la statunitense Estée
Lauder, che nel 1930 inaugura la sua boutique a New York. Qui vende quattro prodotti di bellezza utilizzando la tecnica chiamata “Talk and Touch” e una strategia di commercio denominata “Gift with Purchase”. La prima consiste nel promuovere i propri cosmetici applicandoli direttamente sul volto delle clienti, la seconda, copiata successivamente da tutti i competitor, prevede invece la
distribuzione di campioncini gratuiti. Rubinstein e Lauder, icone d’imprenditoria femminile, considerano Il make-up uno strumento per emanciparsi: la donna deve anche avere il diritto di occuparsi di sé stessa.

Borsa primi 900_collezione Chiara Sodini

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Borsa

Borsa a sacchetto in velluto di seta nera dotata di catenella e chiusura con cerniera a scatto, 1920-30 circa, collezione Chiara Sodini.

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