Uniforme 1914-1918

Uniforme da reparto da infermiera della Croce Rossa della Prima Guerra Mondiale composta da camice, grembiule, colletto e cuffia (croce rossa non originale).
L'abito è in tela di cotone rigata viola su fondo bianco, 1914-18 circa, collezione Camilla Colombo.

Contesto storico

L’attentato a Sarajevo del 28 giugno innesca la scintilla della Prima Guerra Mondiale ed il mese successivo l’Austria dichiara guerra alla Serbia. La Germania si schiera dalla parte dell’Austria mentre Russia e Francia, per via della Triplice Intesa, affiancano la Serbia, a cui si unisce l’Italia nel 1915. Il periodo d’oro della Belle Époque è un ricordo. I nuovi mezzi di comunicazione mobilitano le masse popolari attraverso un’efficace propaganda. Abbracciati gli ideali di rivendicazione della libertà e rivalsa, oltre ad un forte sentimento di nazionalismo, lo scontro assume un carattere mondiale. Le innovative tecnologie e strategie belliche, trasformano una violenta guerra di trincea in una carneficina umana.

Tra le molteplici avanguardie del periodo, il futurismo si dichiara interventista adottando miti come il movimento e la tecnologia, e proclamando la guerra come “igiene del mondo”, in completa antitesi con la visione pacifista dei dadaisti. Il 1917 è cruciale per le sorti del conflitto: caduto lo zarismo, la Russia vede l’ascesa del Partito bolscevico; mentre gli Stati Uniti entrano in guerra contro i tedeschi. Grecia e Cina subentrano invece sul fronte opposto. L’Italia, assunte le redini con il generale Diaz, riesce a fermare l’avanzata austro-tedesca. Alla chiusura del conflitto nel 1918, il numero delle vittime è altissimo e la repentina diffusione della Febbre Spagnola aggraverà questo doloroso epilogo.

Contesto moda

La guerra provoca un radicale cambiamento anche nell’abito. Chiamati alle armi, gli uomini partono per il fronte e le donne, di diversa estrazione sociale, affrontano una nuova quotidianità. Abbandonate le frivolezze ed i molteplici strati di biancheria, l’abito si semplifica e l’orlo raggiunge l’altezza delle caviglie. Il tailleur diventa iconico, influenzato dall’abito maschile e dalle uniformi, assume elementi di rigore e austerità. Impegnate in nuovi ruoli, ledonne necessitano di abiti da lavoro comodi e funzionali con possibilità di movimento, come per le munitionettes, che diventano il volto della riconversione industriale sul fabbisogno bellico. Il grembiule, una volta solo associato al domestico, diventa simbolo della donna al lavoro.

Le nuove mansioni e la necessità di essere socialmente accettabili favoriscono la nascita di uniformi femminili. L’indipendenza economica e la presa di coscienza di nuovo status, suscita preoccupazione maschile: temono la perdita della femminilità ed il loro controllo. Le donne sentono il dovere di mettersi a disposizione della patria e forte, è il loro sostegno in attività di volontariato. Molte borghesi e nobili, si mobilitano nella Croce Rossa diventando infermiere volontarie. La crocerossina, vista come figura angelica e terrena diventa vera protagonista dell’immaginario collettivo comune di guerra.

Tema donna

Infermiere, volontarie e crocerossine

Durante la Guerra di Crimea, nel 1854, una giovane donna inglese di origini benestanti, Florence Nightingale, si mette a disposizione del Ministro della Guerra inglese per supplire alle lacune del sistema sanitario militare, cercando di combattere preconcetti e discriminazioni. Diviene un modello di vigore e organizzazione ed è a lei che dobbiamo la concezione di nursing moderno. Qualche anno più tardi, l’appello alla volontà umana del ginevrino Jean Henry Dunant scuote profondamente le nazioni. Le pagine del suo diario, “Un souvenir du Solférin”, raccontano la visione atroce di migliaia di uomini riversati esangui e dilaniati all’indomani della battaglia di Solferino e SanMartino, combattuta il 24 giugno 1859 tra l’esercito franco-piemontese e quello austriaco. A seguito del convegno di Ginevra del 1863 nasce la Croce Rossa e, l’anno seguente, la Prima convenzione di Ginevra sancisce l’impegno neutrale assunto da strutture e personale sanitario. Le infermiere e volontarie della Croce Rossa costituiscono un’importante immaginario collettivo giunto fino ai giorni nostri. Sono molte le stampe e le illustrazioni di propaganda che celebrano la crocerossina e l’infermiera, figura terrena e angelo misericordioso. Alla chiamata dell’’Armata Bianca” rispondono numerose entrando a far parte di diversi corpi con ruoli non solo prettamente sanitari. La loro divisa da reparto, pur declinandosi differentemente a seconda delle nazioni, si identifica con un abito lungo più o meno fino alla caviglia, pratico e funzionale, spesso in cotone bianco, grigio, blu o a righe bianche e blu. Indossano sempre un grembiule appuntato al petto dotato di tasche di facile utilizzo. La testa è coperta da un velo, spesso inamidato, o da una cuffia di colore bianco.
Simbolo indiscusso di riconoscimento della crocerossina è la croce elvetica rossa cucita sul petto, o sulla fascia apposta sul braccio. Molte donne si distinguono in tutto il mondo per la loro dedizione e per il loro coraggio dimostrato sul campo di battaglia, molte di queste perdono persino la vita.