Sport
postproduzione immagine realizzata da Gloria Pappalardi

Completo da bicicletta

Completo da bicicletta in due pezzi composto casacca a maniche lunghe e pantaloni blusanti, in tessuto di lana, fine XIX - inizio XX secolo, collezione Camilla Colombo.
Stivali da bicicletta in pelle lucida, inizio XX secolo, collezione Camilla Colombo.

Contesto storico

Donne e bicicletta
Già dalla fine del XIX secolo le donne praticano il ciclismo. Annie Londonderry è la prima donna a compiere il giro del mondo in bicicletta nel 1895. Lina Cavalieri, attrice e cantante, già dal 1893 si cimenta in gare ciclistiche. La bicicletta diviene subito un simbolo di progresso, libertà e divertimento.
Tuttavia la pratica del ciclismo resta un privilegio per pochi ed è mal vista per le donne. Pedalare è scandaloso: è impossibile tenere le gambe ferme e unite, la pelle si scurisce sotto al sole, mentre in testa si indossa un berretto maschile. Andare in bicicletta, si dice, può causare sterilità e disturbi nervosi.
C’è poi il problema dell’abbigliamento. Le lunghe gonne mal si adattano a pedalare, e la moda propone subito alternative più funzionali, dalle gonne pantalone, a gonne leggermente più corte, fino a veri e propri calzoni, ampi e sbuffanti, indossati con alti stivali stringati e bluse o giacche sportive. Questi
completi suscitano immediate polemiche sul diritto delle donne di indossare un capo di abbigliamento maschile come i pantaloni, ma regalano alle donne una nuova libertà di movimento, ed esprimono la rivendicazione femminile del controllo sul proprio corpo.
Nel 1924 la ciclista Alfonsina Strada è la prima donna ad iscriversi al Giro d’Italia. La sua partecipazione è ricca di polemiche e pregiudizi: la Gazzetta dello Sport parla di lei, mentre il Resto del Carlino la trasforma in Alfonsino Strada. Non vincerà, ma dimostrerà alle altre donne che anche loro possono correre con gli uomini, nonostante per allenarsi e gareggiare dovranno ancora a lungo chiedere il consenso di mariti o fidanzati.

Informazione tecnica