Sport
postproduzio Carlotta Broglio

Completo da bagno

Costume da bagno in chevron di lana nera composto da una tuta intera e una gonna svasata da agganciare in vita tramite bottoni, decorato con dettagli in tela di cotone rossa e ricami in cordoncino bianco, 1900-10 circa, collezione Camilla Colombo.

Contesto storico

Sport 1900-1935

Le donne che ad inizio Novecento praticano sport sono ancora poche e solo benestanti, abbastanza da potersi permettere un equipaggiamento adeguato e del tempo libero a disposizione. Gli sport più diffusi sono il croquet, il tennis, l’equitazione e il nuoto, e per praticarli si usano abiti che non si discostano ancora molto da quelli quotidiani. Non è un caso che durante le Olimpiadi americane del 1914 il Comitato Olimpico si oppone alle gare femminili di atletica, ad eccezione degli sport in cui sono consentite gonne lunghe.
Con gli anni Venti arriva il cambiamento atteso: le mode pongono una nuova enfasi sui corpi femminili atletici e le donne iniziano ad avere un maggiore spazio in ambito sportivo.
La grande rivoluzione arriva a Wimbledon con la tennista francese Suzanne Lenglen che porta in campo lo stile flapper tipico del decennio, assieme alla libertà di movimento. Frattanto in Italia nel 1923 nasce la Federazione italiana Atletica Femminile. Sebbene già dal 1878 fosse obbligatorio l’insegnamento nelle scuole della ginnastica educativa per le ragazze, è con l’avvento del regime fascista che il connubio donna e sport diventa rilevante.
La donna sportiva è ammirata e appoggiata dagli intellettuali fascisti che la considerano importante per la crescita dello Stato. Ma se alcune atlete eccezionali vengono incoraggiate poiché possano dar lustro al regime a livello internazionale, per la maggioranza delle donne lo sport rimane comunque finalizzato solo un’educazione fisica
salutista.

Contesto moda

Donne e nuoto
La moda balneare comincia a svilupparsi attivamente nel XIX secolo grazie all’aumento della popolarità dei bagni comunali. Pensato in primo luogo per salvaguardare la modestia, il costume da bagno ha poco a che fare con la funzione o il comfort di chi lo indossa, soprattutto quello delle donne. Di norma si tratta di un completo composto da un abito di lana o cotone, pantaloni al ginocchio e calze. Ingombrante e poco pratico, è comunque liberatorio in quanto costituisce un cambiamento gradito rispetto al busto e alle sottogonne dell’abito quotidiano. Tale moda persiste fino al 1907, quando viene sfidata dalla nuotatrice australiana Annette Kellerman che introduce il costume da bagno intero aderente e viene arrestata per indecenza.

Informazione tecnica