Raramente la moda femminile si è evoluta così rapidamente come all’inizio del Novecento, nell’arco di vent’anni gli abiti delle donne cambiano al punto da essere quasi irriconoscibili. Questa drastica evoluzione è il frutto di un’altrettanta rapida evoluzione sociale. In questi anni le donne iniziano un percorso di emancipazione che le porterà a conquistare libertà solo pochi decenni prima inimmaginabili, e un nuovo guardaroba, adatto al nuovo ruolo a cui aspirano, non ne è che una manifestazione. Gli abiti di inizio secolo, ancora legati a doppio filo a quelli dei secoli precedenti, sono abiti complessi, composti da diversi strati, che richiedono tempo e spesso aiuto per essere indossati, e che una volta indosso limitano inevitabilmente nei movimenti e quindi nelle attività.
Con un busto essere seduta composta è una necessità non una scelta, e se donne in gonna lunga e tacchi hanno dimostrato di poter scalare montagne, è innegabile che farlo in pantaloni e scarponi sia più facile. Gli abiti di venti anni dopo sono non solo visivamente ma concettualmente completamente diversi. Negli anni Venti le donne portano tuniche dritte e corte, pensate per poter essere indossate in un gesto. Vestirsi è diventata una faccenda di pochi minuti che qualunque donna può fare da sola, e con indosso questi abiti ogni movimento è possibile: si può ballare ai frenetici ritmi del Charleston, guidare un’automobile o recarsi al lavoro.