post produzione realizzata da Rene Monroy

Abito 1925-29 ca.

Abito da sera a vita bassa senza maniche in tulle di seta nero con estesi ricami in perline di vetro e paillettes nere, 1925-29 circa, collezione Camilla Colombo.

Informazione tecnica

Tema donna

La flapper è lo specchio dei cambiamenti compiuti dalla società americana durante il periodo bellico, culminati con la conquista del suffragio femminile. È la società della prosperità economica, del consumismo e della nuova moralità raccontata da Francis Scott Fitzgerald in This side of paradise e The beautiful and damned. Le donne degli anni Venti sfidano le restrizioni subite dalle loro madri: lavorano, viaggiano, percepiscono un salario, votano, sono istruite e socialmente attive. La flapper è esile, porta i capelli tagliati all’altezza del mento, indossa abiti che non sottolineano la vita e che mostrano
provocatoriamente le braccia e, soprattutto, le gambe. L’aspetto è mascolino: in Francia, infatti, vengono soprannominate garçonne, e in Italia sono note come maschiette. In Italia i comportamenti delle flapper vengono generalmente condannati perché promotori di un eccessivo permessivismo morale. Sotto il regime fascista la nuova donna americana è considerata
straniera, gracile, androgina e sterile, in netto contrasto con l’immagine della donna tradizionale florida, femminile e votata alla maternità. Nel 1931 è dato ordine agli organi di stampa di eliminare le immagini di donne troppo magre e mascolinizzate. Nonostante questo, le riviste femminili, meno soggette alla censura, sono cariche di riferimenti alla cultura e allo stile americani, le italiane ne sono attratte e questa tendenza si rafforzerà negli anni a venire.